Scuola della Sagrada Familia

Quando si pensa alla Sagrada Familia di Barcellona, la mente corre subito alle sue maestose torri, alle facciate scolpite e allo stile inconfondibile di Antoni Gaudí. Ma proprio accanto al celebre tempio, nascosto agli occhi dei turisti più distratti, sorge un piccolo edificio carico di significato e fascino: la Scuola della Sagrada Familia (Escola de la Sagrada Família), uno dei progetti meno noti ma più ingegnosi dell’architetto catalano.

In questo articolo ti porteremo alla scoperta di questo edificio unico, raccontandoti la sua storia, la sua funzione originaria, le caratteristiche architettoniche e perché vale la pena includerlo nel tuo itinerario se stai visitando Barcellona in 2 giorni.

Scuola della Sagrada Familia: la storia

La Scuola della Sagrada Familia fu costruita nel 1909 su progetto di Antoni Gaudí, che in quegli anni stava lavorando alacremente alla costruzione del tempio. Ma il genio di Gaudí andava ben oltre la realizzazione della basilica: era mosso da una profonda attenzione al benessere umano e alla dimensione sociale dell’architettura.

L’edificio venne realizzato per ospitare una scuola per i figli degli operai che lavoravano al cantiere della Sagrada Familia, ma era aperto anche ai bambini del quartiere, in particolare alle classi meno abbienti.

Il progetto fu promosso dall’Associazione dei Devoti di San Giuseppe, fondata da Josep Maria Bocabella, lo stesso che aveva immaginato il tempio. Il principale promotore fu il monsignore Gil Parés, cappellano della Sagrada Familia e direttore della scuola fino al 1930.

La scuola fu inaugurata il 15 novembre 1909 dal vescovo Juan José Laguarda di Fenollera, e divenne presto un esempio all’avanguardia non solo per l’architettura, ma anche per il metodo educativo adottato.

Inizialmente si seguiva il metodo di Andrés Manjón, noto per la sua impostazione basata su religione, natura e lavoro pratico, ma a partire dal 1915 venne introdotto il metodo Montessori, fondato sull’autonomia, l’osservazione e il rispetto dei ritmi individuali dei bambini. Un’innovazione straordinaria per l’epoca, che collocava questa piccola scuola in una posizione di avanguardia educativa. Come molti edifici religiosi e associati alla Chiesa, anche la Scuola della Sagrada Familia fu gravemente danneggiata durante la Guerra Civile Spagnola. L’edificio venne distrutto e successivamente ricostruito, ma non senza difficoltà.

Il primo restauro fu affidato all’architetto Francesc Quintana nel 1936-1937, ma per mancanza di fondi l’intervento non fu sufficiente: l’edificio crollò nuovamente, rendendo necessario un secondo restauro nel 1943, sempre a cura di Quintana, che finanziò di tasca propria i lavori.

Nel 2002, per motivi legati alla costruzione della Facciata della Gloria della Sagrada Familia, la scuola è stata smontata pietra per pietra e ricostruita all’angolo tra Carrer de Sardenya e Carrer de Mallorca, proprio accanto all’ingresso visitatori del tempio.

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Scuola della Sagrada Familia: l’architettura

Sebbene la scuola misuri appena 10 x 20 metri, è considerata uno dei capolavori dell’architettura scolastica modernista. Gaudí progettò l’edificio seguendo i principi della tradizione costruttiva catalana, utilizzando mattoni a vista disposti in tre strati sovrapposti. Ma l’aspetto più innovativo risiede nelle forme ondulate di pareti e tetto, che conferiscono alla struttura un senso di leggerezza, equilibrio e armonia, uniti a una straordinaria resistenza strutturale. L’edificio era composto da:

  • Tre aule scolastiche
  • Un salone polivalente
  • Una cappella
  • Servizi igienici in un vano adiacente

All’esterno, Gaudí progettò anche tre aree per aule all’aperto, coperte da pergolati in ferro, con l’intento di valorizzare la connessione con l’ambiente naturale, coerente con la visione educativa montessoriana. Le forme ondulate adottate da Gaudí per la Scuola della Sagrada Familia hanno influenzato numerosi architetti successivi, tra cui nomi illustri come:

  • Le Corbusier
  • Pier Luigi Nervi
  • Félix Candela
  • Santiago Calatrava

La semplicità geometrica, la funzionalità, la resistenza e l’eleganza del progetto lo hanno reso un punto di riferimento nell’evoluzione dell’architettura moderna.

Visitare la Scuola della Sagrada Familia: cosa aspettarsi

Oggi la Scuola della Sagrada Familia fa parte del percorso museale della basilica, ed è una delle tappe più sorprendenti per chi visita questo luogo iconico. Ma cosa si può vedere?

  • La struttura originale, con tetto e pareti ondulate in mattoni
  • Una ricostruzione fedele degli interni, con banchi, lavagne e materiali scolastici d’epoca
  • Esposizioni fotografiche e materiali informativi sul metodo educativo e la storia dell’edificio
  • Un affascinante video che mostra le varie fasi della ricostruzione

Cosa vedere nei dintorni della Scuola della Sagrada Familia

Dopo la visita alla Scuola della Sagrada Familia, rimanendo nell’omonimo quartiere, quello che ora è definito quartiere Eixample, ecco alcune attrazioni di Barcellona facilmente raggiungibili a piedi:

  • La Sagrada Familia stessa – imperdibile, ma ti consigliamo di dedicare almeno 1,5 ore alla visita
  • La Cripta della Sagrada Familia
  • Plaça de Gaudí – un angolo verde perfetto per scattare foto panoramiche della basilica
  • Hospital de Sant Pau – capolavoro modernista di Domènech i Montaner, a soli 10 minuti a piedi
  • Passeig de Sant Joan – una delle strade più piacevoli per passeggiare o fermarsi in un bar

Tipologia: Edificio scolastico
Periodo: 1888-1910
Stile: Modernista
Autore: Antoni Gaudí Cornet
Indirizzo: Carrer Mallorca, 401
Zona: Sagrada Familia (Eixample)

Marta Lopez – Guida culturale

Barcellonese doc e appassionata d’arte, scrivo per raccontare la città attraverso le sue radici culturali e le sue continue trasformazioni. Dal Modernismo di Gaudí, che segna l’identità architettonica della città, fino alle gallerie contemporanee, agli spazi creativi e ai festival che animano i quartieri, offro uno sguardo autentico su come Barcellona riesca a fondere tradizione e innovazione. Nei miei articoli cerco di guidare i lettori non solo nelle attrazioni più note, ma anche in percorsi alternativi per scoprire l’anima culturale della città.

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